domenica 17 aprile 2011

Settimana della Cultura -Terza Parte - MACRO e Museo napoleonico.

Sono riuscita a utilizzare l'ultimo giorno utile della Settimana della cultura, cioè oggi, per visitare altri due luoghi dell'Arte.
Il primo è il MACRO (Museo d'Arte Contemporanea di Roma), sito in via Nizza (c'è anche un MACRO al Testaccio, ma oggi mi sono concentrata sul primo). Non sono previste visite gratuite, perciò per questo resoconto mi limito a presentare le opere seguendo il mio gusto. Al piano terra due sono le opere che occupano principalmente lo spazio: la prima è di Arcangelo Sassolino, Piccolo animismo. E' un volume di acciaio inox in cui viene immessa e tolta aria in pressione... il risultato è che ogni 15 minuti questo volume si comprime, producendo un suono che rimbomba forte come un tuono o un temporale -e nello stesso tempo qualcosa di molto diverso.

L'altra è di Ernesto Neto, While nothing happens. Stavolta è l'olfatto a essere colpito per primo, dal momento che i "pistilli" dell'opera emanano un forte odore di spezia (curry?). Ma è anche un luogo da attraversare, da riflettere. 


Monna Lisa di Gino De Dominicis e Alberto Sordi, scultura di Alberto Viani.


Elmgreen & Dragset: Mental Piece/Cornered Fireplace e Occupied/Powerless Structures.^__^.

 

Marc Quinn: Waiting for Godot.


Giulio Paolini: Belvedere e Mario Ceroli: Goldfinger. 



Pino Pascali: Gravida/Maternità. 


Secondo Piano. Ci accolgono immagini e suoni di una cattedrale... è un DVD proiettato su uno schermo formato da filari di perline. Alessandra Tesi: Cattedrale


Antony Gormley.




Beatrice Pediconi e Roberto De Paolis. 


Laboratorio Schifano!





Luana Perilli: The man of the season... un filmato in stop-motion. 


Molte altre opere sono presenti nel MACRO... quelle qui riportate sono solo una piccola parte.

Faccio un salto di un paio di secoli indietro e vado a visitare il Museo Napoleonico, ospitato da Palazzo Primoli, che ospita anche la casa-museo di Mario Praz. Il Museo si trova al pianterreno di questo palazzo. Sia il pianterreno che il museo furono donati da Giuseppe e Luigi Primoli alla loro morte: erano discendenti di Napoleone Bonaparte (praticamente dei pronipoti) e si trovavano perciò in possesso di numerosi cimeli di famiglia. Così oggi il Museo ospita oggetti appartenuti a Bonaparte e familiari, dalle tabacchiere ai mobili, e tante tele e testimonianze delle loro vite.
Sono in tutto 12 sale, alcune delle quali riccamente arredate e di sicuro effetto. Stile Impero rules!





Ecco un salottino da Saint-Cloud, che Napoleone preferiva alle Tuileries.


Tela che ritrae Giuseppina. Come dice la guida, sono da notare la colonna alle spalle, emblema del neoclassicismo, e la mano che indica le piante e i fogli, probabilmente l'opera sulla botanica che Giuseppina stava scrivendo.

Tabacchiera di Napoleone. Presenta tre aurei con i profili di Pompeo, Cesare e Augusto.


Demi-parure appartenuta a Carolina Bonaparte e poi passata in eredità alla figlia Letizia Murat Pepoli. La particolarità è che le placche in oro, diciannove, contengono altrettanti micro-mosaici, fatti da micro-tessere, appunto, che ritraggono scene della tradizione figurativa centro-meridionale.


Braccialetto appartenuto alla madre di Napoleone, Maria Letizia Ramolino. La particolarità è che l'iniziale delle pietre in francese rappresenta il nome della donna. E' un braccialetto acrostico: lapislazzulo, émeraude (smeraldo), turchese, idocrasio, tormalina, ialino, ametista.


Tela di Joseph Chabord, Napoleone a cavallo sul campo di Wagram. La posa ricorda quella della statua di Marco Aurelio sul Campidoglio.

Francois Gerard, Elisa Bonaparte Baciocchi con la figlia Napoleona Elisa. Notare che l'animaletto tenuto al guinzaglio dalla piccola è un cerbiatto!

Scrittoio di viaggio appartenuto a Maria Luisa.

Franz Xaver Winterhalter, L'imperatrice Eugenia. 

Ecco suo figlio Luigi Napoleone Eugenio, figlio di Napoleone III, con il suo cane Nero.

Un'intera sala è dedicata al Re di Roma, il figlio di Napoleone Bonaparte.



Una saletta ospita vestiti d'epoca. Il primo, in velluto verde, è appartenuto alla madre di Napoleone.


Il Museo ospita anche una temporanea su Mazzini e la musica. Ecco perciò un bronzo di Giulio Monteverde che raffigura Mazzini e un manoscritto con un Inno di Mameli, musica di Verdi. Segue una bici d'epoca.



E chiudo con questo acquarello su carta che ha attirato la mia attenzione: Matilde Bonaparte mentre dipinge. Di Pierre-Francois-Eugene Giraud.