martedì 29 luglio 2014

Berlino 2014

Il giorno 23 07 2014 prendiamo possesso delle nostre camere all'Hotel Berlin, vicino al Tiergarten.
Le camere sono ampie, la hall è coloratissima.
Una passeggiata serale permette di ammirare la Marienkirche, chiesa di Maria, e la torre della televisione, Alexanderplatz e il rosso municipio (Rathaus). 








L'indomani un giro in autobus ci permette di vedere la sede del partito di Angela Merkel, costruzione nota come il "ferro da stiro". I nomignoli non hanno risparmiato neanche la Gedachtnis-Kirche, bombardata durante la guerra e poi ricostruita lasciando in piedi il rudere. La nuova cattedrale viene soprannominata “la cipria e il rossetto”. Quando ci muoviamo, prestiamo grande attenzione alle piste ciclabili: come già a Monaco, i ciclisti non si fermano quando incrociano incauti pedoni! 


Si visita quanto rimane del Muro di Berlino, un tempo confine tra Berlino Ovest, simbolo del capitalismo, e Berlino Est, regolata dai sovietici. Il muro, inizialmente solo un filo spinato, poi un doppio muro che racchiudeva una "striscia della morte" in cui si sparava a vista, era stato costruito per impedire l'esodo dall'Est all'Ovest, che si ritrovò ridotto di fatto a un'isola circondata dall'Est.
Oggi solo una parte dei due muri paralleli rimane in piedi, per decorare la zona più estesa della quale sono stati chiamati più di cento artisti da tutto il mondo. Il risultato è l'attuale East Side Gallery: una serie di graffiti, ognuno con un suo significato attinente la separazione. Famoso quello in cui la Trabant, di fatto l'unico veicolo privato permesso nell'Est, sfonda il muro con la targa 9-11-1989 (data dell'abbattimento del Muro). 




Poi è la volta della sede del Parlamento e della Porta di Brandeburgo, attraversata un tempo dal Muro. Vicino è il Memoriale dell'Olocausto: più di 2.700 stele in calcestruzzo grigio scuro, di altezza diversa una dall'altra, da 0,2 a 4 metri e poggianti su una superficie a vari livelli. Il monumento è percorribile individualmente; l'impressione che se ne ricava è opprimente, quasi un senso di claustrofobia. 






L'Arkaden è un centro commerciale su tre piani progettato da Renzo Piano.


Nella cosiddetta "isola dei Musei" c'è il famoso Museo Pergamon. Appena entrati, rimaniamo a bocca aperta per via della Porta di Ishtar di Babilonia qui ricostruita. Altrettanto monumentali sono l'Altare di Pergamo, massimo esempio di arte greca ellenistica, e ciò che rimane del palazzo arabo della Mshatta, testimone dell'arte al tempo degli Omayyadi.









La sera ci aspetta una visita alla stazione centrale di Berlino. In vetro e metallo, inaugurata nel 2006, è la più grande stazione ferroviaria d'intersezione su più livelli d'Europa. I livelli sono cinque, anche se non tutti sono serviti dai binari. Il complesso comprende, naturalmente, uffici e servizi vari e dall'ingresso, data la struttura in vetro, si gode un bel panorama di Berlino.



Per la strada notiamo le cosiddette "pietre d'inciampo", ossia delle piccole targhe d'ottone, inserite nel selciato, recanti incisi i nominativi dei deportati che abitavano un tempo nelle zone segnalate. Sono presenti in varie città europee, anche a Roma.


D'obbligo visitare i cortili di Hackesche, una serie di cortili interni, alcuni dei quali restaurati, altri lasciati devastati dagli avvenimenti bellici, ma sempre luoghi di ritrovo e aggregazione, anche perché accolgono locali, cinema, teatri. Quelli ricostruiti presentano pregevoli decorazioni art nouveau.






Conclude il giro lo spettacolare Sony Center, vicino alla Potsdamer Platz, inaugurato nel 2000: una struttura ovale di vetro e acciaio che, vista dall'esterno, dovrebbe rappresentare il monte Fuji. La cupola a ombrello cambia colore continuamente, donando uno speciale tocco avveniristico. Il complesso racchiude un ristorante australiano e uno tedesco, un birrificio, un museo del cinema e un cinema 3D. Oltre, ovviamente, a un punto vendita Sony con gli ultimi modelli della casa.











Il secondo giorno esploriamo Berlino Ovest: il Ku'damm è il lungo viale dei negozi di lusso. Oltrepassata la zona del Grunewald ("Foresta verde"), caratterizzata da tranquille ville residenziali, arriviamo al "ponte delle spie" (Il ponte di Glienicke, detto "delle spie" perché utilizzato da sovietici e statunitensi per lo scambio delle rispettive spie catturate dalla fazione avversa) per dirigerci a Potsdam, dove visitiamo il palazzo di Sans, Souci. (virgola e punto dovevano segnalare agli iniziati l'appartenenza massonica del sovrano), che ci introduce alla stravagante figura di Federico II di Hohenzollern. Il suo rapporto travagliato col padre, pratico uomo d'arme, rese più acuta la sua passione per l'arte, la filosofia e la musica. Lui stesso realizzò degli schizzi del futuro palazzo cui dà il nome di "Sans souci", "senza preoccupazioni" in francese, lingua da lui preferita e usata quotidianamente. Vero luogo dell'anima di Federico II, è in stile rococò e comprende un vasto giardino, in cui il re fece trapiantare alberi da frutta, di cui era goloso (specie di fichi).
Per tutti questi motivi, il palazzo è noto come la Versailles prussiana. Visitiamo la parte detta "Nuove camere": ognuna delle camere per gli ospiti è caratterizzata da un colore prevalente e fornita di un'alcova. Sui pavimenti è presente il diaspro.
Nel giardino, che comprende anche un lago artificiale, c'è una casa del te' costruita secondo un ideale stile cinese. Ancora visibile oggi il mulino (in realtà ricostruito), a memoria di come un semplice suddito vinse una causa intentata al sovrano, che voleva demolirlo (storia all'origine del detto "c'è ancora un giudice a Berlino").
Il giardino oggi accoglie i resti mortali di Federico II, come lui stesso aveva disposto nel suo testamento.

















Per il pranzo scegliamo un ristorante gestito da italiani dal nome rivelatore: "Casa toscana".



Il pomeriggio ci vede lottare con il tempo ballerino per ammirare l'esterno del castello di Charlottenburg e la Gendarmenmarkt, la piazza più bella di Berlino, comprendente una chiesa tedesca, una francese e la Konzerthaus, presieduta dalla statua di Schiller. A un angolo della piazza, la cioccolateria "Fassbender und Rausch" ha al suo interno i monumenti simbolo della città in cioccolato.









Chiude la giornata la foto d'ordinanza al Checkpoint Charlie, ovvero quanto rimane del posto di blocco tra Berlino Est e Ovest.

La terza giornata è dedicata a Dresda, la "Firenze sull'Elba", di cui visitiamo la piazza principale prima di perderci alla ricerca di souvenir. Si affaccia nella piazza il teatro d'opera Semperoper e la pinacoteca in cui si conserva tra gli altri capolavori La Madonna sistina di Raffaello.









L'ultimo giorno, prima della partenza, c'è giusto il tempo per visitare parte del Tiergarten, l'enorme parco che comprende una casa delle rose e i laghetti, prima di dire arrivederci a Berlino. Non sarà un addio.
Questa città colpisce per la frenesia di costruire e ricostruire incessantemente, per la voglia perpetua di rinnovarsi, segno della volontà di superare un passato opprimente senza per questo dimenticarlo, ma facendo sempre prevalere l'urgenza di andare avanti. Una città giovane, dove spesso i giovani stranieri si innamorano, entrano in sintonia con essa e vi restano per viverci e contribuire fattivamente alla sua storia futura.