venerdì 20 novembre 2015

James Tissot - Chiostro del Bramante

Dal 26/09/2015 al 21/02/2016 al Chiostro del Bramante si possono ammirare ottanta opere di James Tissot (1836-1902), una personalità artistica che lambisce Impressionismo e Preraffaelliti ma che resta, sostanzialmente, sfuggente. 
La mostra si svolge attraverso più livelli di lettura: da una parte l'artista, la vita, le opere e la carriera, dall'altra, il riflesso letterario negli excerpta di Proust, Pessoa, Baudelaire, Wilde alle pareti, tra cui ricordiamo: “O si è un'opera d'arte o la si indossa” (O. Wilde); “E andammo docili al ritmo delle onde, cullando l'infinito nostro sul finito del mare” (C. Baudelaire); “E ti porterà a scapito del gelo, la bellezza che la terra ha perso” (J. Keats); “Ciò che vediamo non è ciò che vediamo ma ciò che siamo” (F. Pessoa). 
A latere, storia documentata della moda celebrata nei quadri in esposizione: dal cappotto Chesterfield al cilindro, dalla crinolina al tournure, dallo strapotin al cul de Paris, dal tailleur alla giacchetta rossa alla zuava, per culminare nell'esperienza tattile da effettuare sul posto accarezzando nastri di chiffon, mussola, twill di seta, cachemire e taffettà. 
La mostra inizia con un breve filmato che passa in rassegna la vita di Tissot, per poi introdurci alla prima fase della sua produzione artistica. Nato a Nantes nel 1836, a vent'anni si trasferisce a Parigi, dove viene a contatto con i colleghi più famosi. Il primo dipinto che ci viene mostrato è l'Autoritratto del 1865, un incompiuto in cui il viso definito contrasta con lo sfondo abbozzato. Tissot in questi anni abita in Avenue de l'Impératrice (oggi Avenue Foch), un lussuoso appartamento vicino all'Arco di Trionfo, che Degas gli invidia, e mostra interesse nelle sue opere per ambientazioni medievali o rinascimentali, temi storici o tratti da opere letterarie. È il caso di “Incontro tra Faust e Margherita” (1860), che rende celebre il pittore, mentre ne “La primavera” emerge l'avvicinamento ai temi moderni, e la tendenza a specializzarsi nella ritrattistica, per venire incontro alla committenza borghese. 



La giapponese al bagno” (1867), unico nudo dell'autore, è segno dell'esotismo, alla moda in quei tempi: Tissot era un grande collezionista di stampe giapponesi e in generale estimatore della cultura di questo popolo. La modella non è giapponese, ma accurati e definiti risultano i dettagli dell'abbigliamento, realistiche le stoffe. Al 1874 risale “L'imperatrice Eugenia e il principe imperiale nel parco di Camden Palace”: l'imperatrice Eugenia, considerata il “figurino d'Europa” per il dettar legge in fatto di moda, è qui a lutto per la morte di Napoleone III. Tissot, pur essendo patriota e per questo avendo partecipato all'insurrezione della Comune, non è un rivoluzionario, come testimonia questo quadro in cui raffigura i reali di Francia, esuli come lui a Londra. 


Altro esempio di quadro realizzato per committenze borghesi e aristocratiche è “Le due sorelle”, in cui i dettagli e l'inquadratura rimandano al linguaggio fotografico. Per meglio venire incontro ai gusti dei suoi acquirenti, Jacques decide di cambiare il nome in James. 


Ancora poche le occasioni per le donne di mostrarsi in pubblico, sembra ricordarci il quadro “In chiesa”. La donna è la grande protagonista di “Mademoiselle L.L”, “La figlia del capitano”, “Il ponte del Calcutta (ricordo di un ballo a bordo)”. A volte una donna, come emerge negli ultimi due quadri citati, si “sottrae” al gioco degli sguardi, e forse già guarda lontano, alla ricerca di quello spazio personale che Virginia Woolf definirà come “Una stanza tutta per sé”. 



Una sezione è dedicata a Kathleen Newton, donna e musa di Tissot, che l'ha raffigurata in numerose opere. Divorziata e madre di due figli, ci appare verticale mentre regge il parasole in “Dama con ombrello”, raccolta e intensa in “La lettura nel parco”, spensierata e accogliente in “Colazione sull'erba”. 



Una parte della produzione di Tissot ci ricorda la conversione al cattolicesimo, all'indomani della morte di Kathleen Newton e del ritorno a Parigi: diverse opere appartengono alla serie del “figliol prodigo”. Si segnala inoltre l'influenza di Ingres sulla sua arte. In “La partenza del figliol prodigo” l'artista ambienta la scena nella Venezia del Quattrocento, frutto del suo viaggio in Italia e della sua passione per Bellini e Carpaccio. 



In “Troppo presto” è raffigurata invece una scena mondana: in una sala vuota un padre e due figlie mostrano disappunto e dispiacere per essere giunte troppo presto al ballo. 


L'ultima sala presenta un'installazione di Fabien Hiou in cui i personaggi maschili del quadro “La donna più bella di Parigi” parlano grazie all'interpretazione registrata da attori: si simula una grande festa (la stanza è allestita come una sala da ballo dell'epoca) in cui gli attori-personaggi del quadro riflettono sull'amore, sul desiderio e sulla bellezza. Alla fine dell'installazione ci aspetta il quadro suddetto, in cui la reginetta della festa è destinata a essere soppiantata da un'altra l'indomani. Futile è la vanità, ma eterno il desiderio degli uomini. 
Un finale di sicuro effetto.

sabato 24 ottobre 2015

Balthus - Il re dei gatti

Figlio di un critico d'arte e di una pittrice nota come Baladine, Balthasar Kłossowski de Rola, in arte Balthus, si esprime nell'arco dell'intero Novecento attraverso una modalità pittorica che polemizza con l'astrattismo, proponendo uno stile figurativo che percorre suggestioni metafisiche e surrealiste senza lasciarsene catturare. 
La prima parte della mostra evidenzia le influenze e i temi rielaborati dall'artista. Importante è Alice in Wonderland di Lewis Carroll (presenti in mostra alcune foto di Alice Liddell), da cui Balthus ricava il suo animale feticcio: il gatto, che ritroviamo anche in alcuni schizzi realizzati per una delle sue figlie. 


A undici anni realizza delle illustrazioni per una storia sul suo gatto Mitsou. Le illustrazioni vengono pubblicate con una prefazione scritta da Rilke. La passione per i gatti in Balthus è evidente, al punto che in un autoritratto si raffigura come il re dei gatti. 

Il gatto del Mediterraneo e Autoritratto. Il re dei gatti. 


Fondamentale è il mondo dell'infanzia, ritratto nei momenti più spontanei e indecifrabili. 

I bambini Blanchard (acquistato da Picasso e poi esposto al Louvre) e La pazienza. 


Da Cime Tempestose di Emily Brontë Balthus ha realizzato diverse illustrazioni, alcune delle quali in realtà ritraggono scene che non sono presenti nel romanzo. 
Una di queste è La toelette di Cathy, dove il volto di Heathcliff cela quello dello stesso Balthus, e la donna, da lui evocata come un sogno, la modella Antoinette de Watteville, che diventerà sua moglie. 

Due illustrazioni per Cime Tempestose e La toelette di Cathy



Sono poi riuniti quattro studi e la grande tela de "La settimana con quattro Giovedì". Riferisce a un'espressione usata dai bambini: essendo in passato Giovedì un giorno festivo, i bambini immaginavano una settimana con quattro Giovedì come una settimana di festa. Il soggetto, nelle sue quattro varianti, mostra una donna seduta in modo scomposto, a volte nuda a volte con vestaglia, il gatto e un terzo personaggio che apre o chiude una finestra. Nella tela più grande, dal titolo "La camera",  la finestra viene aperta per illuminare quanto accade nell'interno, frutto di un'azione precedente che però non possiamo definire. A conti fatti: un'enigma. 

La settimana con quattro Giovedì e La camera


Al terzo piano, la mostra illustra l'attività di Balthus come costumista e scenografo: suoi infatti costumi e scenografie dello spettacolo "I Cenci", con Artaud interprete del Conte Cenci. 
Sono qui sottolineate le amicizie strette con Artaud, Derain e Giacometti ed è ricordato l'uso della caseina unita all'olio, che dona alle tele l'opacità di un'atmosfera rarefatta, sospesa, soffusa. 


Sono infine presenti ritratti, nature morte, i dipinti "Donna addormentata", "La falena", "I giocatori di carte", "Grande paesaggio con l'albero", "Il pittore e la sua modella" e tanti altri: in totale, un'ottantina di opere.
Dal 24 ottobre 2015 al 31 gennaio 2016. 




  

mercoledì 21 ottobre 2015

Impressionisti e moderni. Capolavori dalla Phillips Collection di Washington

Dal 16 Ottobre al 14 Febbraio 2016 il Palazzo delle Esposizioni di Roma ospita la mostra “Impressionisti e moderni. Capolavori dalla Phillips Collection di Washington”.
L'esposizione raccoglie una sessantina degli oltre tremila quadri del museo originario, qui raccolti in occasione del centesimo anniversario della Phillips Collection.
L'allestimento privilegia l'ordine cronologico, dai maestri dell'Impressionismo ai grandi protagonisti del Novecento. La prima sala ricorda però che la disposizione delle opere nel museo d'origine varia nel corso del tempo, nel momento in cui accosta in dialogo muto il San Pietro di El Greco al San Pietro di Goya. L'idea del fondatore, Duncan Phillips, era quella di mostrare le declinazioni di un tema attraverso i secoli, le differenti risposte degli artisti al richiamo della suggestione. 
È qui possibile ammirare, pertanto, opere da Cézanne a Picasso, da Degas a Giorgia O'Keeffe, da Matisse a Rothko, da Ingres a Modigliani. 

Il pentimento di San Pietro, versione El Greco e Goya


 Ingres, La piccola bagnante


Monet, La strada per Vetheuil e Cezanne, Mont-Sainte-Victoir


Degas, Ballerine alla sbarra e Van Gogh, Casa ad Auvers


 Kandinskij, Autumn II e Matisse, Interno con tenda egiziana


 Picasso, Donna con cappello verde e Modigliani, Elena Povolozky


Picasso: Tauromachia e la splendida Stanza blu.

sabato 12 settembre 2015

Steamfest 2015

A volte ci vuole poco per sentirsi Alice in Wonderland: basta accorgersi che un paio di chilometri dietro casa c'è lo Steamfest, per cadere nel buco del bianconiglio.
Via Ostiense, seconda traversa a destra, poi dritto fino all'ingresso della Città dell'Altra Economia e subito si aprono squarci spaziotemporali mica da poco, tra cocci di vetro assortiti sulle scale e capanni-saloon degni del miglior western decadente. Si parte in orbita per la campagna di inizio secolo scorso, al punto che non è meraviglia sentire un cavallo in lontananza, che dopo un po' ti supera trainando un calesse.
Infine entri nell'area destinata alla festa, dove ti aggiri tra mucchi selvaggi di cosplayer in tema, bancarelle che fanno a gara per sedurti meglio e altrimondi, altrimercati nel supermarket bio-vegan-alternativo.
Non manca lo spazio conferenze, dove Babette Brown presenta (egregiamente) il romanzo Victorian Vigilante, ultima (per il momento) fatica di Federica Soprani e Vittoria Corella per la Neropress.
Promemoria per l'anno prossimo: attrezzarsi per restare fino a sera e godersi pure i concerti.