Appena tornata da questo tour, mi appresto a scrivere questo resoconto adesso che ho ancora nella mente e nell'animo i ricordi e le emozioni che mi ha lasciato questo viaggio.
Stavolta ho voluto provare l'esperienza del viaggio in autobus in gruppo: siamo in 24 e, dopo varie soste, passata una decina d'ore circa cominciamo a vedere le Alpi carniche... superato il confine italiano di Tarvisio, ecco le tipiche casette dal tetto spiovente.
Arriviamo in serata a Villach. Ci attende un hotel semplice e pulito, dove ci viene servita una cena formata da tre portate (il menu non cambierà molto nelle serate a venire): insalata mista con dressing (una salsa speziata indicata sulle verdure); filetto di tacchino alla griglia con patate e verdure e burro alle erbette; torta al cioccolato con panna montata. Check in... check out!
In serata si esce a fare due passi a Villach, non è nel programma ma l'accompagnatore ci guida lo stesso (a questo seguiranno altri fuori-programma grazie alla sua disponibilità... ciao Paolo^__^!). Ci dice che Villach ha più di 50.000 abitanti ed è il secondo principale centro della Carinzia, uno dei nove stati federali dell'Austria. La sua storia non è tanto diversa da altre dell'Austria: fondazione romana, cade sotto i barbari con la fine dell'impero per poi fare parte dell'impero asburgico sotto Maria Teresa; viene conquistata da Napoleone e infine restituita all'Austria all'inizio dell'Ottocento. Ci mostra i tipici balconi "sporgenti" sulla strada e i caratteristici cortili interni, in cui nascono e prosperano birrerie, negozi e locali. In una di queste case è vissuto Paracelso. Oltrepassiamo un ponte sul fiume Drava e il Rathaus (Municipio) e siamo nella piazza centrale, con la bella Chiesa di S. Jacob, la cui torre svetta sulle case di Villach. L'atmosfera è piacevole e tranquilla, anche se è Agosto c'è gente per strada. Dopo un'oretta trascorsa a passeggio, lasciamo la cittadina e i suoi incantevoli colori pastello per andare a nanna.
Secondo Giorno
L'indomani ci si rimette in cammino. Stavolta a venirci incontro è Graz, deliziosa capitale della Stiria, altro land dell'Austria. E' anche la seconda città più popolata dell'Austria. Dopo averci mostrato una serie di deliziose villette in periferia date dal comune alle famiglie che chiedono un pezzo di terra da coltivare, la guida locale ci mostra l'isola di acciaio (Murinsel): è un'isola artificiale costruita dall'architetto Vito Acconci sulla Mur, nel 2003, quando la città fu capitale europea della cultura. La particolarità è che il fiume dopo piogge ininterrotte può anche alzarsi di 6 metri perciò gli abitanti di Graz a volte scendono e a volte salgono sull'isola! All'interno dell'isola c'è un bar e un piccolo anfiteatro. Quest'isola doveva essere venduta a un'altra città dell'Europa ma gli abitanti di Graz non l'hanno permesso perché si sono molto affezionati a essa.
Anche stavolta è una torre a svettare sulla città, sulla collina-castello (Schlossberg): sorge su ciò che rimane di un'antica fortezza che rimase inespugnata, anche quando venne assediata da Napoleone. Ma all'indomani della sconfitta austriaca, le fortificazioni di Graz per ordine dell'imperatore francese furono abbattute: si salvò solo la collina e la torre, il cui orologio funziona dal Settecento. Si può raggiungere la Torre con la funicolare, con un'ascensore di vetro all'interno della roccia oppure salendo più di 200 scalini. Noi scegliamo l'opzione ascensore (ottanta centesimi per salire e altrettanti per scendere). Una volta arrivati, godiamo del panorama di Graz!
Ci incamminiamo per Sporgasse, dove si alternano incredibilmente facciate gotiche, barocche e rinascimentali!
La guida ci mostra una casa adornata di stucchi, la Luegg-Haus: dice che l'artista Domenico Bosco ha nascosto nasi e bocche umane negli stucchi per scacciare il malocchio. Siamo vicini alla piazza del Municipio, dove si trova una fontana che raffigura i fiumi dell'Austria; la nostra attenzione è richiamata dalla Mur (la guida dice che in Austria tutti i fiumi sono femminili, perciò la Mur è una ragazzetta capricciosa in quanto famosa per le sue inondazioni).
Vediamo poi la casa del carillon, che risuona a Graz dall'inizio del Novecento tre volte al giorno. Infine il Mausoleo e la chiesa di S. Caterina a esso connessa. Entrati, la guida spiega che l'orologio posto di fronte all'organo è stato messo in un secondo momento per non far vedere le mani di chi suonava lo strumento. Barocco il complesso pulpito. Spiega inoltre che i famosi cortili presenti già a Villach risalgono al Medioevo: quando i Turchi invadevano i territori austriaci, la gente dei villaggi circostanti si rifugiava entro le mura e i cortili, allora coltivati, erano risorse indispensabili per non morire di fame.
A Graz è custodito un imponente arsenale che raccoglie quattro piani di armi medievali, è il più grande al mondo. Non è possibile però visitarlo col poco tempo a disposizione. Passiamo invece davanti a una famosa panetteria, Edegger, di cui in passato si servì Francesco Giuseppe (sì, il marito della famosa principessa Sissi), e da allora si fregia del titolo "Hofbackerei" (panettiere reale) e ha il simbolo imperiale, l'aquila, nell'insegna. Qui è possibile comprare i "baci di Sissi", dolcetti di cioccolato e miele. Cinque euro per un sacchettino in confezione semplice. Dieci per la confezione lusso, chiusa.
Resta il tempo per pranzare. Ordino un piatto stiriano: prosciutto affumicato con crauti, e canederli (Knödel) di pane. I crauti non mi piacciono (neanche in Italia), ma il resto l'ho apprezzato in toto. Costa meno di dieci euro.
Ci rimettiamo in viaggio... e finalmente Vienna! La città contiene quasi due degli otto milioni d'abitanti dell'Austria.
Siccome è ora di cena, all'hotel Palace ci vengono serviti: burro (a forma di fiore), una cotoletta su un letto di patate e la torta al cioccolato con panna.
Siamo pronti per un altro fuori-programma: l'autobus ci porta al Prater, una grande area destinata all'attività sportiva e al divertimento. Entriamo in un enorme parco-giochi, dove primeggia una ruota panoramica che risale alla fine dell'Ottocento (e che fa parte del set de "Il terzo uomo"!): è la seconda di queste foto. E' d'obbligo farci un giro! Alta sessanta metri, costa 8 euro. Il giro è lento, quasi venti minuti. Sono presenti altre due ruote, meno care. Le giostre sono talmente tante che non riusciamo neanche a vederle tutte.
Terzo Giorno
La prima cosa che ci viene presentata di Vienna è l'allegra e geniale "Casa Pazza" di Hundertwasser: è una casa popolare opera del celebre architetto, che ha progettato tra le tante altre cose anche l'inceneritore della città. La guida dice che costa poco, sei euro al metro quadro, e che le stanze all'interno sono particolari, per esempio sono tonde o hanno il pavimento irregolare, a simulare un terreno naturale. Non è possibile ovviamente visitare l'interno -è una casa abitata- ma di fronte a Hundertwasserhaus c'è un caffé e un negozio di gadgettistica tutto costruito con lo stile di Hundertwasser... finanche i bagni (dove ho perso il porta-macchinetta fotografica, ma questa è un'altra storia =__=), che costano un euro se volete accedervi!
Tornati sull'autobus, ci aspetta un giro per il Ring, l' "anello" che circonda il centro storico a ricalcare quelle che una volta erano le mura della città. Qui ci sono tutti gli edifici più impressionanti, in stile neogotico, rinascimentale, barocco e neoclassico... il sogno della Vienna imperiale. Sfilano di fronte a noi il Parlamento con all'esterno la statua di Pallade Atena (i viennesi dicono per questo che la Sapienza risiede al di fuori del Parlamento e non dentro XD), l'Opera (purtroppo chiusa nei mesi di Luglio e Agosto), il Municipio e l'Università, i due musei di Storia dell'Arte e di Storia Naturale, l'immensa Hofburg, residenza invernale imperiale.
Arriviamo a Stephanplatz, la piazza dove c'è la cattedrale gotica di Santo Stefano. Qui, e anche altrove a Vienna, è facile imbattersi in uomini e donne vestiti come Mozart, che vendono i concerti a lui dedicati per la successiva stagione.
Proseguiamo il nostro giro e vediamo Pestsäule. Questa colonna, modello per le altre che si trovano in più città dell'Austria, veniva innalzata come ringraziamento per la liberazione dalla peste.
Un ingresso della Hofburg, che vedremo solo dall'esterno.
La chiesa dei Cappuccini, dove riposano gli Asburgo. L'ultima Asburgo in carica, dice la guida, è stata Zita di Borbone-Parma, che è morta nel 1989; quando un Asburgo muore, lo si porta davanti a questa chiesa e prima di farlo entrare si bussa una volta. Un cappuccino chiede chi sia a bussare, e gli viene risposto con il nome e i titoli onorifici del morto. Il cappuccino risponde: "Non lo conosco". Allora si bussa una seconda volta e vengono menzionati il nome e i titoli onorifici minori, ma ancora il cappuccino risponde di non conoscere la persona che si menziona. Quindi per la terza volta si bussa e stavolta si pronuncia il solo nome del morto, aggiungendo "un'anima che chiede di poter riposare". Solo allora il cappuccino fa entrare la bara, perché non ci sono differenze tra morti... e il rituale è così concluso. La chiesa si può visitare, entrarci costa ben nove euro.
Pranziamo in un ristorante di Vienna: insalata, gulash e gnocchetti, torta di noci.
Nel pomeriggio ci spostiamo nel bosco viennese: qui sorge l'Abbazia Cistercense di Heilingenkreuz, dall'atmosfera mistica e raccolta. I platani all'esterno hanno più di duecento anni. Colpiscono i rilievi in legno, opera di ebanisti d'eccezione.
Proseguiamo raggiungendo Mayerling, luogo della tragedia che vide la fine dell'Arciduca Rodolfo (figlio di Sissi e Francesco Giuseppe), che si suicidò (o forse fu ucciso, in effetti è un mistero) con l'amante Maria Vetsera. Qui c'era un padiglione di caccia, ma oggi è possibile trovare solo una cappella commemorativa, dentro la quale ci sono testimonianze sulla vita del principe e una ricostruzione di una stanza del padiglione che non è più. La guida qui fa presente che la madre della Vetsera era amante di Francesco Giuseppe, che Sissi ne era a conoscenza e ne era felice, così era libera di viaggiare. Sissi dopo la morte del figlio si vestì sempre di nero. La guida aggiunge dettagli circa la sua vita, informandoci della sua ossessione per la forma fisica (numerosi i suoi attrezzi ginnici), e del fatto che fosse alle soglie dell'anoressia, praticando spesso il digiuno. I suoi capelli erano così lunghi che ci volevano ore per pettinarli, lavarli e acconciarli, così lei studiava mentre le sistemavano i capelli.
Lasciamo la triste atmosfera di Mayerling (un luogo in cui la pioggia sembra far parte del paesaggio) e ci dirigiamo per la cena a Grinzing, in un tipico "heurigen", luogo di ritrovo dove si mangia, si beve il vino novello e si ascolta musica viennese. Finalmente, dopo un pasticcio (simile alla nostra pasta) e un piatto con carni miste, ci viene servita l'apfelstrudel, la torta di mele tradizionale! La serata costa intorno ai trenta euro, ma li merita tutti.
Quarto giorno
E' il giorno in cui mi sono divertita di più! La mattina: visita guidata di Shonbrunn ("Bella fontana"), residenza estiva degli Asburgo. Per gli appassionati di Lady Oscar, è il luogo dove crebbe la giovane Maria Antonietta nonché residenza di sua madre, Maria Teresa d'Asburgo! Purtroppo non è possibile fare foto degli splendidi interni. Ci vengono mostrate le sale visitabili, che sono pochine rispetto a quelle effettivamente esistenti. Ci si mostrano le sale abitate da Sissi, Francesco Giuseppe e altre invece dove sono state ricostruiti mobilio e porcellane dell'epoca di Maria Teresa. Pare che discendenti degli Asburgo-Lorena ancora abbiano a disposizione delle camere, a detta della guida. All'esterno è possibile visitare l'ampio giardino, che termina con la Gloriette. Shonbrunn è bellissima ma vorrei tornarci per vedere il suo museo delle carrozze!
E finalmente ci portano presso il mio primo obiettivo: il Belvedere! I giardini sono graziosi, ma mi interessano piuttosto le opere d'arte conservate nell'Oberes Belvedere (Belvedere superiore): Klimt e Schiele su tutti. Il famoso "bacio" di Klimt, assieme ad "Adamo ed Eva", "Giuditta" e altri, sono conservati qui, oltre a opere di Makart, Manet, Millet, Courbet, Degas, Monet, Renoir, Moll, David e tanti altri. Ma anche qui non è possibile fare foto, perciò compro il catalogo. Nove euro il biglietto d'ingresso. I pezzi dell'Impressionismo ed Espressiosismo sono tutti al secondo piano, il più importante, mentre al primo piano c'è un piccolo museo barocco e un altrettanto piccolo museo di storia medievale.
Ora ci lasciano il pomeriggio libero, perciò ognuno andrà dove vuole... chi visita l'Hofburg, chi il museo di Sissi o la casa di Mozart... io ho scelto da tempo il mio obiettivo: il Museo di Storia dell'Arte (Kunsthistorisches Museum). Dodici euro il biglietto. Una volta entrata (il tram dal Belvedere al Museo è il D, le fermate sono 6 fino a Burgring), vengo colpita dall'allestimento spettacolare: ogni stanza è arredata in base agli oggetti che deve contenere. Il museo si compone di una sezione al primo piano dedicata all'antichità, perciò vi si trovano reperti egiziani, greci e romani, anche paleocristiani. Tra i pezzi imperdibili, la gemma Augustea del I a. C., in onice.
Ma è il secondo piano a essere assolutamente superlativo: diciannove enormi sale, attorno a ognuna delle quali una decina e più di sale secondarie, dove vengono raccolte le collezioni delle pinacoteche asburgiche, e qui c'è proprio di tutto! Sale intere dedicate a Tiziano, Veronese, Giorgione, Tintoretto, Raffaello, Caravaggio (di cui il Museo ha "Davide e Golia", la "Madonna del rosario", una "Cena di Emmaus" e "L'incoronazione di spine"), Correggio, Rubens, Pieter Bruegel il Vecchio, Durer, un Vermeer spettacolare ("L'atelier del pittore") e chi più ne ha più ne metta... da far girare la testa.
La stessa scalinata d'entrata è un capolavoro: al centro, il gruppo "Teseo uccide il Minotauro" del Canova, e tutt'intorno affreschi di Klimt e Makart a descrivere l'evoluzione dell'arte, dagli Egiziani al mondo contemporaneo. Sulla volta, l'affresco "Il trionfo del Rinascimento italiano", con Leonardo che parla con Raffaello mentre dietro di loro dipinge Veronese, e sulla destra un Michelangelo che si appoggia alla balaustra e dietro di lui Tiziano che dà consigli a un allievo.
Dopo una veloce cena in albergo a base di carne con crema di spinaci e torta di fragole, arriva la ciliegina sulla torta: nonostante la stanchezza, alcuni viaggiatori decidono per una passeggiata notturna per Vienna... la città è animata come è giusto che sia per una capitale europea. Solo un appunto... i viennesi non fanno il biglietto per la metro o per l'autobus. Non ci sono controlli né tornelli... in effetti il biglietto è caro: più di due euro per una corsa. Però la cosa mi ha lasciato lo stesso basita.
Manca solo un particolare per apporre un sigillo di perfezione a questo giorno: cosa di meglio dell'originale SacherTorte nella pasticceria che l'ha inventata? La fetta di Sacher -che viene servita con panna- costa 4.50 Euro. Ma se ordinate una bottiglia d'acqua avrete la sorpresa di pagarla quasi 7 euro! Perciò, attenti^__^!
Quinta Giornata
Salutata la splendida Vienna, ci dirigiamo a Krems per un giro sul Danubio.
E finiamo a Melk, dove ci aspetta un'altra stupenda abbazia benedettina, che è il più grande monastero barocco dell'Austria. Nove euro il biglietto d'ingresso con guida (nota bene: sempre per i gruppi!). Nelle prime sale, una guida ci porta attraverso una serie di installazioni moderne ispirate all' "ora et labora" della regola benedettina. Di tanto in tanto si legge la parola "Hora" (Ascolta).
La parte più impressionante per me è comunque la biblioteca... dove vengono raccolti manoscritti antichissimi, persino di Beda il Venerabile (VIII secolo). Quest'abbazia è talmente grande che quando finiscono di restaurare una parte devono subito cominciare a restaurarne un'altra.
Pausa pranzo: è ora di assaggiare la topfenstrudel, la torta al formaggio! Viene servita caldissima, ed è proprio buona. Costa tre euro.
Nei giardini dell'abbazia c'è un padiglione dove si tengono concerti; qui si coltivano rose profumatissime.
Prosegue il nostro viaggio e arriviamo a Salisburg. Ci accoglie l'albergo più moderno e alternativo visto finora: l'Amedia Hotel.
Modernità e tradizione... per cena viene servita tra le portate una celebre "zuppe" di Salisburgo. Non sono riuscita a capire gli ingredienti, però!
Una passeggiata per Salisburgo non dà risultati sperati... scarsa illuminazione e soprattutto scarsa presenza di salisburghesi, strade quasi deserte e grossa difficoltà nel trovare una birreria! Il primo e -per quel che mi riguarda- unico buco nell'acqua del viaggio. E non smette un attimo di piovere, per giunta!
Sesta giornata
Salisburg di giorno ha un'altra faccia... gli splendidi colori dei giardini di Mirabell ci illuminano all'improvviso. Risale alla fine del XVII secolo, ed è annesso all'omonimo castello: è un autentico piacere per l'occhio. In una sezione, quattro statue simboleggiano ciascuna un elemento: Aria, Acqua, Terra e Fuoco. C'è anche un teatrino e un piccolo labirinto. Usciti dal giardino, caratteristiche viuzze ci sorprendono con il naso per aria, a osservare le celebri insegne con ferro battuto.
Una guida locale ci mostra il duomo e il Cimitero, dove è sepolto anche Paracelso. Le strade animate mostrano una folla impensabile la sera prima... la guida spiega che sono per lo più turisti, i veri salisburghesi -alcuni dei quali vestono un costume tradizionale- sono pochi. E' possibile visitare la casa di Mozart per nove euro, ma preferiamo passeggiare. Anche perché nella casa c'è poco -dice la guida-, a parte il violino che Mozart suonava da piccolo e il clavicembalo. La sorella di Mozart pure era una valente musicista ma poiché le donne all'epoca esistevano solo per sposarsi, le si impose un marito da cui ebbe dei figli. La guida dice che mentre i figli di Mozart morirono, quelli della sorella ebbero altri figli perciò è possibile che oggi ci siano dei discendenti della famiglia Mozart.
Pranziamo come i salisburghesi, finalmente con un wurstel -del tipo debreziner, ossia piccante- e senape, con le mani presso una bancarella! Quattro euro all'incirca.
E dopo aver fatto shopping (tante palle di Mozart -comprate al supermercato, perché costano molto meno-, una Sacher -piccolina, costa 10 euro!- e un ombrello di Klimt!) ripartiamo... stavolta per Wattens, lungo la strada di ritorno. Qui, praticamente in mezzo al nulla, c'è un museo Swaroski... una cosa che mai mi sarei sognata di visitare, ma siccome era nel programma ho partecipato. E ho fatto bene... perché era un vero museo di arte contemporanea. Otto euro l'ingresso (sempre per gruppi), si accede dietro una cascata artificiale che fuoriesce da una strana scultura nel verde. Ci accoglie l'immagine di un topo, a rappresentare il primo gioiello Swaroski. In principio era il topo, insomma. In una prima sala, vediamo il cristallo più grande del mondo e quello più piccolo, poi uno degli orologi molli di Dalì riprodotto con i cristalli, una scultura di Niki de Saint Phalle sempre fatta con i cristalli, una creazione di Andy Warhol cosparsa di polvere di cristalli.
Di seguito, quindici sale con installazioni ispirate o realizzate con cristalli a opera di artisti contemporanei. Quelli che mi sono piaciuti di più sono "Il passo di ghiaccio" di Oliver Irschitz, con l'immagine di cristalli che si formava dietro ogni passo, "55 Milioni di cristalli" di Bryan Eno, una videoinstallazione che cambia a ogni secondo musica e colori, con 55 milioni di possibilità, per fare un'opera d'arte unica e in continuo movimento, "Riflessioni", in cui una spirale di 48 poligoni presenta immagini, illustrazioni e animazioni in continuo movimento. Io ci avrei passato le ore in questo museo. Le didascalie erano in tedesco, inglese e italiano... a testimonianza di quale ruolo abbiano gli italiani nel turismo in Austria.
Ultima sera e ultimo fuori-programma: passeggiata notturna per Innsbruck, dove l'accompagnatore ci mostra il "Tettuccio d'oro" e la torre del municipio. Ultima birra all'Orangerie, locale che ci ha accolto nonostante fosse al secondo piano solo ristorante e noi dovessimo solo bere, un ringraziamenteo alla calorosa generosità di chi ha voluto chiacchierare con noi in inglese manifestando amore per l'Italia. La serata costa solo tre euro, mancia compresa. Chiusura migliore per questo viaggio veramente non avrebbe potuto esserci!
L'Austria mi è piaciuta tanto, conto di tornarci ancora un giorno... vorrei visitare meglio Innsbruck, l'Hofburg, il Sissi Museum e il Leopold Museum di Vienna^__^! E vorrei sentirci almeno un concerto.
Alla prossima!