giovedì 17 marzo 2011

Villa Farnesina e Palazzo Corsini

Oggi, in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia, ho visitato Villa Farnesina e l'antistante Palazzo Corsini a via della Lungara. 
La villa fu commissionata agli inizi del '500 dal banchiere Agostino Chigi all'architetto Baldassarre Peruzzi e fu affrescata da Peruzzi stesso, dal Sodoma, da Sebastiano del Piombo e da Raffaello. Alla fine del secolo venne acquistata dal cardinale Alessandro Farnese, da cui viene il nome di Farnesina, per distinguerla da Palazzo Farnese (c'era un progetto di collegare i due edifici con un ponte). Attualmente è sede di rappresentanza dell'Accademia Nazionale dei Lincei (fondata nel 1603 da Federico Cesi, è la più antica accademia scientifica del mondo, che ha annoverato tra i suoi primi soci Galileo Galilei). 
Ho prenotato per la visita guidata della Villa, ma una volta giunta in sede ho visto che la prenotazione non era necessaria. Cinque euro la visita, tre col ridotto. In vista della ricorrenza nazionale, è stato distribuito un libro+DVD gratuito a tutti i visitatori: "Canti e poesie per un'Italia unita". 
La visita comincia dal primo piano. Entriamo nella cosiddetta Loggia di Galatea: è un ambiente vistosamente affrescato; il soffitto ospita il lavoro del Peruzzi,  due ottagoni dai vividi colori, che rappresentano Perseo e la Medusa (elemento maschile) e probabilmente Callisto, che prefigura l'Orsa Maggiore (elemento femminile). La bellezza e la freschezza dei colori mi hanno costretto a stare un bel po' in ammirazione con il naso all'insù. 


Il Peruzzi anima anche gli esagoni che si dispongono tutt'intorno alla stanza: la volta è la raffigurazione della posizione dei pianeti nel giorno di nascita di Agostino Chigi. Perciò sono rappresentati gli elementi astrali, i segni zodiacali attraverso riferimenti mitologici, intervallati ad altri elementi, sempre mitologici. Questo è uno di quelli che mi è piaciuto di più: Ganimede. 


Al di sotto della volta e degli affreschi del Peruzzi si trovano le lunette affrescate invece da Sebastiano Del Piombo, un veneto che il Chigi porta con sé sia perché la sua compagnia era piacevole sia perché il committente voleva stimolare una competizione con il Peruzzi -dice la guida. Le lunette illustrano scene delle Metamorfosi di Ovidio. Una lunetta ospita però una testa monocroma al posto degli affreschi: la guida dice che quella testa è opera del Peruzzi, che stava realizzando le lunette prima che il Chigi le affidasse a Sebastiano Del Piombo. Il committente, che apprezzava il lavoro del Peruzzi, disse che poteva lasciarla lì e lì è rimasta. 
Veniamo alle pareti: spicca il Polifemo realizzato da Sebastiano, che indirizza il suo sguardo verso una Galatea realizzata da Raffaello nel riquadro adiacente. E' il Trionfo di Galatea, di cui la guida sottolinea la bellezza e l'importanza nella storia dell'arte (la naturalezza della torsione del busto della ninfa sarà a lungo copiata). La guida dice che la scena è forse ispirata all'esperienza sentimentale di Agostino Chigi, il quale (Polifemo) conviveva con una donna del popolo more uxorio ma aspirava a sposare una Gonzaga (Galatea) e perciò a entrare nel mondo della nobiltà. L'insieme dei tre livelli è impressionante, anche se personalmente sono stata colpita, più che dalle pareti, dal soffitto (più per via del Peruzzi che per le lunette di Sebastiano). Questo perché le pareti, a parte i due affreschi -Polifemo del Peruzzi e Galatea di Raffaello- sono nel complesso meno ricche del soffitto, ospitando un paesaggio di epoca posteriore. Nella parte inferiore delle pareti è stato inoltre dipinto un panneggio che non aiuta ad arricchire l'ambiente.



Entriamo adesso nella Loggia di Psiche. Ancora più riccamente affrescata della prima, comprende varie scene separate da un pergolato dipinto, secondo una continuità arte-natura tipicamente rinascimentale. Nelle pareti e nella parte inferiore della volta sono raffigurati i momenti salienti della storia di Amore e Psiche, che convogliano in due grandi scene del soffitto che raffigurano le nozze, cerimonia che rimanda alla vera cerimonia di nozze tra Agostino Chigi e la ragazza del popolo con cui conviveva (nozze incoraggiate dal papa). Psiche ascende al cielo, tra gli dei, quindi.
Questa è la sala che meno mi è piaciuta, anche se gli affreschi sono attribuiti a Raffaello e bottega. Del resto il fatto che non si sappia per certo quali personaggi abbia tratteggiato la mano di Raffaello e quali invece gli aiuti dal mio punto di vista la dice lunga.
Terza stanza, detta del Fregio, dal fregio del Peruzzi che cinge le pareti in alto: qui sono raffigurate le imprese di Ercole. Anche questa sala non mi ha colpito particolarmente, forse perché in parte sotto restauro. 
Saliamo al secondo piano attraverso un bellissimo scalone d'epoca.
Due stanze mancano alla fine della visita: la prima è detta Sala delle Prospettive, dalla decorazione sempre del Peruzzi che affresca le pareti dando forma a vedute prospettiche urbane e campestri tra finte colonne.  Le colonne -dice la guida- prefigurano quelle che il Peruzzi realizzerà a Palazzo Massimo. Sulla parete nord un grande camino anch'esso affrescato con la fucina di Vulcano. La stanza dà una bella sensazione di "respiro". Su una parete un graffito testimonia il passaggio dei Lanzichenecchi (Sacco di Roma). 


Ultima stanza: quella delle Nozze di Alessandro e Roxane. Per me questa e la prima valgono da sole la visita. Un bellissimo affresco del Sodoma domina tutta la parete nord: raffigura Alessandro e Roxane (sempre con riferimento al matrimonio del Chigi con una ragazza del popolo, del resto questa era la camera da letto). E' l'affresco più curato, cui fa da contrappunto un affresco invece come "dipinto con la mano sinistra" nella parete adiacente: ciò è dovuto a un pagamento inferiore alle aspettative oppure al fatto che quella era la parete cui era addossato il letto e perciò il dipinto era poco visibile. 


Qui termina la visita. Essendo rimasto del tempo, visito Palazzo Corsini antistante alla Villa. Si deve salire al secondo piano per visitare la galleria, che ha un atrio ospitante varie statue: in posizione centrale è collocata la Cleopatra.

Il biglietto è obbligatorio, ma oggi è gratis. La galleria comprende diverse stanze, tra cui una di Cristina di Svezia che -come racconta un'epigrafe- in quella stanza è deceduta.
E' la seconda volta che visito questa galleria, il cui pezzo forte è senz'altro questo Caravaggio che raffigura San Giovanni:


A seguire due Rubens, in particolar modo il San Sebastiano, ospitato nella camera della suddetta regina. 



Altri quadri miei preferiti: La Madonna della paglia di Van Dyck e Venere e Adone di Ribera (lo Spagnoletto).


Quello più scioccante senz'altro il Supplizio di Prometeo di Salvator Rosa. Bello anche la Madonna col Bambino di Orazio Gentileschi, Andromeda del Furini, la Giuditta di Piazzetta. A parte questi, non mi colpiscono altri dipinti, ma c'è da dire che la collocazione dei quadri non aiuta talvolta la fruizione dei medesimi, a causa del riflesso della luce che ne impedisce la visione. Bello invece l'insieme delle sale, molto ricche, che oltre ai quadri sfoggiano elementi decorativi, porte dipinte, statue, offrendo la tangibile espressione dell'opulenza. A maggior ragione perché oggi la galleria ospita anche una serie di oggetti e vestiti settecenteschi, che si armonizzano bene con i luoghi che li accolgono (certo che a guardarli comprendi come nel Settecento l'altezza media fosse più bassa di quella attuale!).

2 commenti:

  1. che bella la sala delle prospettive sembra davvero di stare all'aperto *_*

    RispondiElimina
  2. Sì Villa Farnesina è bella e per fortuna non è aperta a periodi, perciò si può sempre visitare, come il Corsini^__^
    Il Peruzzi ti giuro che mi ha ricordato Waki Yamato!!

    RispondiElimina